In economia e finanza, il valore nominale indica il valore teorico di un bene, di un titolo o di una valuta, come riportato ufficialmente. È un po’ come il “prezzo di listino” di un prodotto, ma in ambito economico e finanziario. Il valore nominale è un punto di riferimento fondamentale perché serve a capire come è cambiato il valore di un’attività nel tempo, tenendo conto di fattori come l’inflazione e le variazioni della domanda e dell’offerta. Nel caso delle obbligazioni, il valore nominale indica l’importo che il debitore si impegna a restituire al creditore alla scadenza.

Esempi di valore nominale:

  • Azioni: Il valore nominale di un’azione è la frazione di capitale sociale rappresentata da quella singola azione.
  • Obbligazioni: Il valore nominale di un’obbligazione è l’importo che verrà rimborsato al possessore alla scadenza.
  • Monete: Il valore nominale di una moneta è il valore indicato sulla moneta stessa (ad esempio, 1 euro, 2 euro).

Il valore nominale è un valore fisso, stabilito al momento dell’emissione e non varia nel tempo mentre il valore di mercato è il prezzo a cui un bene o un titolo viene effettivamente scambiato sul mercato, e può variare in base alla domanda e all’offerta.

Perché valore nominale e valore di mercato possono differire:

  • Inflazione: L’inflazione erode il potere d’acquisto della moneta, quindi il valore reale di una somma di denaro diminuisce nel tempo, anche se il valore nominale rimane lo stesso.
  • Domanda e offerta: La domanda e l’offerta di un bene o di un titolo possono far fluttuare il prezzo di mercato, facendolo divergere dal valore nominale.
  • Altri fattori: Anche altri fattori, come le aspettative degli investitori, gli eventi economici e politici, possono influenzare il valore di mercato.

Il valore nominale è un concetto fondamentale in economia e finanza, ma non è l’unico a cui fare riferimento. Per prendere decisioni di investimento o valutare la performance di un’attività, è importante considerare anche il valore di mercato e altri fattori rilevanti. Il valore nominale è un concetto cardine nella contabilità, in quanto rappresenta il valore di base assegnato a un bene, un titolo o una passività al momento della sua registrazione contabile. È un valore di partenza, un punto di riferimento che viene utilizzato per diverse operazioni contabili. Quando un’azienda acquista un bene (macchinario, edificio, ecc.), viene registrato al suo valore nominale, ovvero al prezzo pagato per acquistarlo. Le passività, come i debiti verso fornitori o i prestiti bancari, vengono inizialmente registrate al loro valore nominale, cioè all’importo che l’azienda deve effettivamente restituire. Per i beni materiali, il valore nominale viene utilizzato come base per calcolare l’ammortamento, ovvero la ripartizione del costo del bene nel corso della sua vita utile. Se il valore di mercato di un bene diminuisce in modo significativo rispetto al suo valore nominale, può essere necessario procedere a una svalutazione, registrando una perdita contabile. Il valore nominale delle attività e delle passività viene riportato nello stato patrimoniale, offrendo una fotografia della situazione patrimoniale dell’azienda in un determinato momento. Non viene direttamente riportato nel conto economico, ma viene utilizzato per calcolare altri indicatori, come l’ammortamento e le svalutazioni. Il valore nominale fornisce un’informazione chiara e oggettiva sulla natura e sul valore iniziale delle voci contabili.