Catanzaro, 17/10/2019 – “I nodi oggi vengono al pettine. In modo inusuale rispetto alla storia della nostra Regione. In Calabria, dopo l’evidente malcontento espresso a più riprese da Sindacati, Associazioni, Amministratori locali, cittadini che in ogni dove si costituiscono in comitati, si fa i conti anche con la riduzione di posti letto ospedalieri. È di poche ore fa, infatti, l’annuncio della decisione di tagliare 43 posti letto al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, vista l’assenza delle strutture intermedie e con una drammatica carenza di personale – dichiara il Presidente Nazionale U.Di.Con. Denis Nesci. Tutto questo mette in luce il palese fallimento della politica di programmazione sanitaria della Calabria. Serve un cambio di passo, al Presidente della Regione Calabria ed al Commissario Cotticelli chiediamo di fermarsi, fermarsi ed ascoltare le istanze del territorio, degli amministratori locali e delle parti sociali, e proprio in collaborazione con questi soggetti modificare quanto di sbagliato, o di inefficiente rispetto agli obiettivi, è stato fatto finora. Una richiesta questa che rappresenteremo in ogni sede e in ogni occasione. Si tratta – prosegue Denis Nesci – di un vero e proprio bollettino di guerra che non risparmia alcun lembo della Calabria. Il fatto nuovo è che finalmente, dopo anni in cui l’U.Di.Con. ha più volte lanciato grida di allarme inascoltate, il muro di gomma si è incrinato e il bubbone è scoppiato sulle prime pagine di tutti i giornali e nei titoli di apertura dei notiziari regionali. Nessun mezzo di informazione ha voluto rimanere escluso”.
“Titoli a nove colonne sul caos della Sanità Calabrese – interviene il Vice Presidente dell’U.Di.Con. Calabria Domenico Iamundo – accompagnano il resoconto di soluzioni approssimative messe in campo dalla Regione Calabria per risolvere le carenze di personale medico specialistico, reparti appartenenti a strutture ospedaliere che, secondo le leggi, andrebbero riconvertite perché non garantiscono la necessaria sicurezza delle cure, per i cittadini e gli operatori, ma che la politica si ostina a voler tenere aperti. Un sistema sanitario, quello calabrese, che è ormai al collasso – continua Domenico Iamundo – all’ ASP catanzarese ben tre ambulanze nuove di zecca sono ferme da mesi inutilizzate perché nessuno ha mai provveduto a stipulare un contratto di assicurazione e si continuano ad utilizzare obsolete e vecchie macchine con più di 500 mila chilometri. A Vibo Valentia c’è stato il blitz degli Ispettori Ministeriali dopo le tristi vicende che ancora una volta hanno portato lo Jazzolino sulle prime pagine dei quotidiani”.
“Ci duole constatare – riprende Denis Nesci – che nell’ambito sanitario, in Calabria i livelli di assistenza spesso sono garantiti solo sulla carta e le famiglie sono costrette a spendere sempre di più a causa degli sprechi e delle inefficienze di un sistema che ormai sta cadendo a pezzi ed è vicino al capolinea. Un segno tangibile dell’affanno del sistema sanitario in Calabria sono le liste d’attesa fuori controllo. Il risultato è che molti Calabresi consumano meno sanità, cioè spesso rinunciano: alle analisi, alla prevenzione, alle terapie, ritardano o non si curano più. Servono interventi immediati e straordinari – conclude Denis Nesci – anche da parte del Governo centrale. Oltre a garantire il diritto alla salute dei cittadini calabresi, ci sono in ballo più di un migliaio di precari che rischiano il posto di lavoro. Un cambio di passo ammettendo gli errori e prendere atto che il Piano di Ridimensionamento approvato per il Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, a queste condizioni, è irrealizzabile e da rivedere. Si dovrebbe prendere atto degli errori compiuti in questi anni, assumendosene la responsabilità”.